di Alessandro Vestrelli
In un Pianeta sempre più in fiamme (tra conflitti devastanti e riscaldamento globale, azioni terroristiche e presa di ostaggi, donne e bambini massacrati, senza possibilità di fuga, dentro la prigione a cielo aperto dove sono nati, ambasciate violate da fuoco omicida, droni e missili che attraversano gli Stati o sfiorano centrali nucleari, rischi di una guerra atomica…) la parola “geopolitica” sta diventando sempre più popolare soprattutto, e non sorprendentemente, tra un numero sempre maggiore di cittadini: donne e uomini che non cedono alla rassegnazione e cercano ostinatamente di capire e fronteggiare angosce crescenti sul proprio destino e sul futuro delle giovani generazioni.
È in questo contesto che va segnalata l’avventura, iniziata nel 1984, di una orgogliosa e tenace rivista svincolata da appartenenze e interessi consolidati, operativa in Alta Valle del Tevere, tra Umbria e Toscana: quasi ogni mese essa dedica almeno un dozzina di pagine alla geopolitica (al centro degli ultimi dossier la guerra in Europa, l’Afghanistan, l’Iran, il precipitare della situazione in Medio Oriente, l’Africa in fermento…).
La mostra documentaria sui primi quaranta anni di attività editoriale e comunicativa de l’Altrapagina, dopo una prima esposizione nel negozio della storica Tipografia Grifani Donati a Città di Castello, è visitabile, fino al 30 aprile 2024, nel foyer del Cinema Metropolis di Umbertide. Nel mese di maggio verrà trasferita al Cinema Astra di San Giustino.
L’Altrapagina, cooperativa editoriale senza scopo di lucro, da sempre presta attenzione ai grandi temi planetari, senza trascurare la dimensione locale. Locale e globale sono le lenti con cui vuol guardare la realtà, interpretarla e offrirla, partendo dall’assunto che la realtà umana è una e vive in rapporto costante e dialettico con la natura.
Per questo, tra i temi fin qui affrontati figurano la memoria storica del territorio, le nuove tecnologie, gli adolescenti e il loro futuro, le sfide dell’educazione e del lavoro, i diritti delle persone con disabilità, le migrazioni e le società multiculturali, il dialogo interreligioso, la tutela ambientale ed i limiti dello sviluppo, l’attacco sconsiderato alla natura, il ruolo della finanza, il disarmo culturale e l’urgenza della pace …
Così ne ricorda gli esordi l’attuale direttore, Antonio Guerrini: «Enzo Rossi (uno dei fondatori, ndr) riuscì ad assicurarle una postura giornalistica al riparo da condizionamenti, senza riferimenti ad alcuna area politica, se non a un campo progressista trasversale alle culture laica, socialista e cattolica; un mensile libero, pluralista, senza peli sulla lingua, attaccato rigorosamente ai fatti, che si proponeva di raccontare la realtà andando a scavare dietro le apparenti verità (…), che voleva parlare della politica non ai politici ma ai cittadini, che voleva entrare nelle stanze del potere e dei poteri per provocare. Argomenti scomodi per lo più. Così scomodi che suscitarono subito alzate di scudi da parte delle diverse istituzioni e di alcuni centri di potere locale».
Il filosofo educatore don Achille Rossi, altro iconico fondatore della rivista, aggiunge: «Ci hanno sostenuto in questo percorso alcuni grandi amici, oggi scomparsi, come Ernesto Balducci, Ivan Illich, Raimon Panikkar, Maurice Bellet, Pietro Barcellona, Bruno Amoroso, Enrique Dussel. Seguivano il nostro lavoro giornalistico che consideravano prezioso perché era legato a un territorio concreto e al tempo stesso allargava lo sguardo».
Nel numero speciale/catalogo di gennaio 2024, Andrea Chioini e Giorgio Filippi osservano acutamente: «40 anni costituiscono, per un essere umano, la soglia della maturità, condizione fatta di autorevolezza, esperienza, affidabilità delle parole e dei gesti. Per una testata comel’Altrapagina diventano il passaggio che trasforma un magazine in una sorta di riferimento identitario obbligato per chi vuol capire la biodiversità culturale dei territori tra Umbria e Toscana in cui è radicato.
(…) Questo emerge dalla sequenza di 440 copertine riportate nelle pagine dello speciale, esse incorniciano le sintesi con una minima parte dei tanti temi toccati (…). Abbiamo cercato di rendere al meglio l’apertura al mondo e alle diversità di pensiero che hanno caratterizzato lo sforzo profuso da centinaia di autori in oltre un migliaio di articoli pubblicati. Il tutto è andato intrecciandosi con l’impegno che ha promosso 35 edizioni del Convegno nazionale di settembre a Città di Castello, a cui vanno aggiunte le esperienze di Gubbio (2003-4) e Sansepolcro (2004): incontri vivacizzati da quasi 100 persone, “portatori robusti” del pensiero critico che abbraccia 5 continenti. Le loro relazioni (…) si sono trasformate nei 64 volumi editati in tutto questo tempo dalla cooperativa.
Un patrimonio di conoscenza e uno sforzo di promozione sociale che meritano ogni attenzione e sostegno da parte di chi ne usufruisce magari per la sola prossimità civica, anche senza condividerne l’orientamento».
«L’Altrapagina - per Maria Sensi, curatrice della mostra - vuol incarnare l’amore per l’informazione critica, per il cambiamento, per il dialogo e la nonviolenza e oggi più che mai chiede alle lettrici ed ai lettori di partecipare al futuro di tutte e di tutti».
Per maggiori informazioni sulla mostra documentaria:
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