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Fondamenta femminili: perché anche in edilizia non c'è progresso senza inclusione

Aggiornamento: 15 mar



Nella suggestiva cornice della sala Consiliare della Provincia di Perugia, si è svolto oggi il convegno intitolato "Costruire al femminile: un mondo da scoprire", organizzato congiuntamente dalla Fillea Cgil Umbria e dall'Associazione Nuove Ri-Generazioni Umbria.

Il convegno ha offerto uno sguardo approfondito sulla realtà attuale del settore edile in Umbria, rivelando dati su cui riflettere: solo 82 donne risultano impiegate nel settore, di cui 70 nella provincia di Perugia e 12 in quella di Terni, su una popolazione di circa 17.000 addetti. Numeri che potrebbero essere significativamente incrementati attraverso un dialogo costruttivo con imprese, istituzioni e territorio.

Elisabetta Masciarri, segretaria generale della Fillea Cgil Umbria, ha aperto i lavori della giornata sottolineando l'importanza di affrontare apertamente questo tema, ed evidenziando come i cantieri, recentemente incentivati da varie iniziative come il Super Bonus 110 e il PNRR, siano un motore fondamentale per la ripresa economica della regione. Ha tuttavia rilevato la scarsa presenza femminile nei lavori di muratura e nelle attività artigianali legate alle costruzioni, invitando a una riflessione sulle cause di questa disparità.

Gli interventi dei relatori presenti hanno approfondito le complessità organizzative e culturali che ostacolano l'ingresso delle donne nel settore edile. Enrico Giovannetti, Unimore-CAPP(Centro Analisi Politiche Pubbliche) e componente del Comitato scientifico di Nuove Rigenerazioni Umbria, ha sottolineato la necessità di superare le barriere culturali e organizzative che impediscono alle donne di considerare il settore edile come una possibilità di carriera:”Il settore delle costruzioni è un settore ad elevata complessità organizzativa, il che scoraggia la costituzione di imprese strutturate. I processi produttivi sono infatti mutevoli, - ha spiegato Giovannetti - le attività risultano frammentate, c'è difficoltà ad accumulare il capitale umano... A tutto ciò si aggiungono le barriere culturali che fanno sì che le donne difficilmente considerino la possibilità di diventare operaie edili”. Francesca Biscioni, funzionaria della Fillea Cgil Umbria, ha inoltre evidenziato, traendo spunto dalla sua esperienza nei cantieri, il ruolo stigmatizzante degli stereotipi culturali nel limitare le opportunità lavorative delle donne.

La segregazione orizzontale nel settore dell'edilizia, a dominanza maschile, è un fenomeno che limita le opportunità delle donne - ha rilevato Barbara De Micheli, della Fondazione Brodolini. - L'Italia si colloca vicino alla media europea per quanto riguarda la partecipazione femminile al mercato del lavoro, secondo l'indice di uguaglianza di genere EIGE del 2022, ma ciò dipende dal fatto che alcuni settori, come quello sanitario, hanno una presenza femminile molto più elevata di altri. Le donne - rimarca De Micheli - devono affrontare il problema della conciliazione tra lavoro e cura, che ostacola sia l'ingresso sia la permanenza nel mondo lavorativo. Gli stereotipi di genere, che sono complementari e prescrittivi, influenzano e sono influenzati dai ruoli di genere nella società”.


Nel corso della tavola rotonda moderata da Paola Bertolini, Unimore-CAPP(Centro Analisi Politiche Pubbliche) e componente del Comitato scientifico di Nuove Ri-Generazioni Umbria, si è poi discusso ampiamente delle sfide che le donne devono e dovranno affrontare per affermarsi in un ambito tradizionalmente maschile. Carla Barbarella, già parlamentare europea, ha evidenziato come la parità di genere sia una leva strategica per lo sviluppo economico e sociale del Paese.

Come ricordato dal presidente della Legacoop Umbria, Danilo Valenti, il Sistema di certificazione della parità di genere, è un intervento previsto dal Pnrr che può rappresentare un incentivo per le imprese ad adottare policy adeguate.

Bernardetta Radicchi, Ance Perugia, ha lamentato la lacunosità di una normativa adeguata a garantire la sicurezza e la qualità del lavoro edile, ostacolando la formazione e la competitività delle imprese. Mentre Maria Assunta Vitelli, ingegnera e componente dell'Associazione Nuove Ri-Generazioni, ha presentato le opportunità offerte dalla transizione energetica e dalla riqualificazione urbana, che richiedono una visione sociale e partecipativa dell'architettura.

"Assistiamo in Umbria alla fuga enorme delle nostre migliori professionalità, anche donne. - ha dichiarato Stefania Proietti, ingegnera e presidente della Provincia di Perugia - E quanta incidenza ha tutto ciò nelle scelte di vita futura, nella scelta di famiglia se non mettiamo a frutto l'elevato know-how che abbiamo a disposizione?".

Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil Umbria, ha concentrato la sua attenzione sull'importanza di garantire l'accesso delle donne nel mercato del lavoro, anche edile, così da produrre effetti positivi sul PIL e sulla qualità della vita. Per Paggio infatti: “Occorre uscire da una situazione in cui la competizione si gioca sulla riduzione del costo del lavoro!”.

Giulia Bartoli, segreteria nazionale Fillea Cgil, ha concluso il convegno ribadendo l'importanza di rendere il settore edile più attrattivo e accessibile ai giovani e alle donne, qualificandolo e rendendolo più sicuro, sostenibile e inclusivo. “È necessario ridurre la possibilità degli appalti a cascata e provare a estendere le norme del pubblico anche al privato. L’accesso al settore non può essere possibile per tutti, occorre formazione. Nei rinnovi contrattuali siamo riusciti a introdurre, come nel Cemento ad esempio, ciò che la legge non riesce a fare, ovvero i congedi parentali retribuiti all’80% e non più al 30.

Il cambio culturale non si fa per decreto, - conclude Bartoli - ma il muro va abbattuto, tutti gli attori coinvolti devono essere sfidanti e propositivi affinché questo settore diventi un’opportunità di sviluppo per tutti perché senza le donne questo Paese non si muove!".



Per la Redazione - Chiara Maria Sole Bravi


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