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Emergenza abitativa: Cgil e Sunia sottolineano l'immobilismo del Governo



L'emergenza abitativa che attraversa il nostro Paese continua a rappresentare un problema strutturale di vasta portata, con un impatto crescente sulle fasce più vulnerabili della popolazione.

Il progressivo aumento dei provvedimenti di sfratto, che hanno superato i 39 mila nel solo 2023, di cui la maggior parte per morosità, testimonia una crisi profondamente radicata che non trova risposte adeguate nelle attuali politiche governative. Dati recenti dell'ISTAT e dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate indicano una progressiva riduzione degli alloggi destinati alla locazione residenziale a lungo termine, con una migrazione verso il mercato degli affitti brevi turistici, incentivata da una fiscalità vantaggiosa.


In questo contesto, SUNIA e CGIL denunciano l’assenza di un piano strutturale da parte del Governo che preveda misure incisive per affrontare la crisi abitativa. Tra le principali criticità emergono la mancata risposta alle richieste di rifinanziamento del Fondo per l’affitto e del Fondo per la morosità incolpevole, essenziali per mitigare l’impatto degli sfratti sulle famiglie in difficoltà. Di seguito, il comunicato congiunto che evidenzia i punti chiave su cui occorre agire con urgenza, in un quadro che richiede interventi coordinati per rispondere ai crescenti bisogni abitativi del Paese.


Mentre il Governo maschera dietro provvedimenti come il ‘Salva-Casa’ condoni e deregolamentazioni edilizie, ad esclusivo vantaggio di rendite e speculazioni, restano inevase le richieste avanzate dal Sunia e dalla Cgil, sostenute da 50.000 cittadini firmatari della petizione, per un nuovo Piano Casa, l’aumento di alloggi pubblici e interventi per ridurre il peso degli affitti”. È quanto dichiarano la segretaria confederale della Cgil, Daniela Barbaresi e il segretario generale del SUNIA, Stefano Chiappelli.

I dirigenti sindacali ricordano che “nel 2023 sono stati emessi 39 mila provvedimenti di sfratto, di cui il 78% per morosità. A questi si aggiungono ottomila sfratti per necessità del locatore e per finita locazione, che consentono ai proprietari di riottenere la disponibilità degli immobili, sempre più spesso destinati ai più redditizi affitti brevi turistici. Restano elevate anche le richieste di esecuzione presentate ad ufficiali giudiziali, 74 mila, così come gli sfratti eseguiti, oltre 21 mila”.

Nonostante questa diffusa condizione di disagio abitativo, “basti pensare che a fronte di 1,9 milioni di famiglie in condizioni di povertà assoluta, 900 mila vivono in affitto”, Barbaresi e Chiappelli denunciano che “nelle due ultime Leggi di Bilancio, il Governo Meloni non ha rifinanziato né il Fondo per l’affitto né il Fondo per la morosità incolpevole, e anche nel recente Piano Strutturale di Bilancio 2025-2029 non c’è nessuna risorsa per tali priorità”.

I dati – proseguono – vanno letti congiuntamente a quelli degli immobili in locazione di lunga durata e a quello delle locazioni brevi, che godono di una fiscalità di enorme vantaggio e nessuna limitazione ai valori dei canoni applicati. Infatti, gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate ci dimostrano come dal 2019 ad oggi, quasi 110.000 interi alloggi della piccola proprietà non siano più disponibili per la locazione ‘residenziale’ e oltre 120.000 siano stati sottratti alla locazione di lungo periodo (contratti superiori ai 3 anni)”.

Dobbiamo riaffermare con forza che lo stato di salute delle politiche per l’abitare del Paese e delle nostre città, è legato alla capacità che queste hanno di dare risposta alla domanda e ai bisogni abitativi dei cittadini. Sono quindi necessarie misure urgenti – concludono la segretaria confederale della Cgil e il segretario generale del Sunia – come il rifinanziamento del Fondo di sostegno per l’affitto e del Fondo per la morosità incolpevole, per un valore di almeno 900 milioni di euro; l’incremento dell’offerta di edilizia residenziale pubblica di almeno 600 mila unità; la revisione del regime fiscale delle locazioni per incentivare al massimo il canone concordato e favorire le locazioni di lunga durata”.

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