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Rigenerare la cooperazione decentrata allo sviluppo guardando il mondo sottosopra: l'esemplare esperienza in Malawi di una ODV radicata in Umbria e nelle Marche

di Alessandro Vestrelli



La legge n. 125 del 2014 si apre con questa affermazione: “la cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile è parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia. Essa si ispira ai princìpi della Carta delle Nazioni Unite ed alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

La sua azione, conformemente al principio di cui all’articolo 11 della Costituzione, contribuisce alla promozione della pace e della giustizia e mira a relazioni solidali e paritarie tra i popoli, fondate sui princìpi di interdipendenza e partenariato”.

Che siano dichiarazioni solenni delle Nazioni Unite, diritti fondamentali sbandierati dalla Unione europea o articoli della nostra Costituzione sul ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, è ritornato di grande attualità il proverbio latino tratto dalle Metamorfosi di Ovidio:“di buone intenzioni è lastricato l’inferno!(Verum velle parum est!)… Basti prestare attenzione, senza un cuore di pietra, alle enormi sofferenze che provocano le guerre devastanti e le vendette smisurate oggi in corso in molte parti del pianeta…

Rimanendo in tema di cooperazione internazionale, la puntata di Report del 17/11/24 sul cd “Piano Mattei”, fortemente voluto dalla Presidente Meloni, ha rivelato quanto improprio e mistificatorio risulti, per questo fantasmagorico Piano, il fregiarsi del nome di uno dei protagonisti più coraggiosi del Novecento, il quale osò sfidare le grandi compagnie petrolifere e stringere accordi autonomi e più equi con i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, pagando tutto ciò a prezzo della vita.



Al centro della denuncia di Report un progetto voluto dal Governo italiano e realizzato da Eni nella Contea di Nakuru (Kenia), consistente nel coltivare ricino da trattare poi in Italia per farlo diventare biocarburante. Il costoso investimento avrebbe dovuto generare per gli agricoltori kenioti un reddito tra i 350 e i 540 euro l’anno per ogni mezzo ettaro di terreno, in realtà essi hanno ricavato meno di un euro per ettaro, mentre Eni ha già incassato 210 milioni di euro.

Il ricino, piantato senza alcuna sperimentazione sui terreni, si è rivelato un disastro: piante senza frutti, campi avvelenati e comunità locali ulteriormente impoverite. La coltivazione di ricino ha reso i terreni tossici, portando persino alla morte di animali. Il ricino è una delle piante più velenose al mondo, con semi capaci di uccidere un adulto e di contaminare i terreni per anni.

Tuttavia, pur nello scenario da incubo di un mondo in fiamme, anche dal punto di vista degli sconvolgimenti climatici, tra le bugie e la mancanza di etica dei capi delle nazioni ed i progetti governativi di sfruttamento neocoloniale travestiti da cooperazione allo sviluppo, prosegue, instancabile, l’impegno in controtendenza di tante piccole organizzazioni della società civile capaci di una visione globale come la ODV “Sottosopra” (dal 2021 iscritta al RUNTS).

Costituitasi a Montone nel 2004 come o.n.l.u.s, ma già attiva dal 1990 come Comitato ‘Zikomo Malawi’, fin dagli esordi essa ha operato per migliorare le condizioni di vita dei poveri, tutelarne i diritti fondamentali alla sicurezza alimentare, all’acqua potabile, alla salute, alla istruzione. Già il nome di questa associazione laica di amici del Malawi è tutto un programma: vedere il mondo “sottosopra”, procedere in direzione ostinata e contraria celebrando il coraggio e la follia di quanti navigano controvento, augurarsi che i “servi disobbedienti alle leggi del branco” (1) vengano aiutati dalla fortuna…

Sottosopra, spostando a sud l’angolo visuale, vuol testimoniare un nuovo modo di guardare la realtà, contribuire a capovolgere l’attuale dis-ordine politico ed economico per sostituirlo con un assetto più equo ed umano.

Va detto che questa attivissima associazione, pur muovendosi in sintonia con l’Agenda 2030 e la normativa vigente, non si è mai attardata sulla lettura delle linee guida ministeriali, anche perché ha fatto pochissimo ricorso a risorse pubbliche, mentre ha saputo sviluppare una fitta rete di sostenitori (soci privati, imprenditori e organismi del privato sociale) guadagnandone, sul campo, la fiducia.

Lo stile di Sottosopra è quello del dialogo con i cittadini del Sud del mondo, del loro coinvolgimento permanente, della inculturazione della cooperazione.

Sottosopra opera direttamente con i comitati eletti dai villaggi, finanzia solo i progetti da essi segnalati come prioritari, rispettando tempi, procedure e tecniche della tradizione locale. Tutti gli interventi vengono realizzati impiegando tecnici e maestranze locali: ciò ha creato un indotto economico sempre più esteso e solido.



Dopo un periodo di gestione mista le strutture e i mezzi passano alle comunità dei villaggi. Oggi i partner in Malawi sono sei Comitati di gestione, rappresentativi di 9 villaggi dei distretti di Thyolo e Mulanje. Essi amministrano i fondi raccolti nel Nord del mondo, controllano il funzionamento delle strutture realizzate, tengono i contatti periodici con l’associazione in Italia e con il suo rappresentante in loco (un mediatore culturale italo malawiano).

I fondatori (Davide Pantaleoni e sua moglie Fabiana Grilli) e l’attuale presidente, Angelo Venturucci, sono più che mai convinti che la carta vincente della cooperazione decentrata allo sviluppo risieda nella continua osmosi con le realtà del posto.

L’ODV realizza essenzialmente micro-progetti di cooperazione con il Malawi e collabora con altre associazioni, amministrazioni locali e scuole nel dare vita a laboratori di educazione alla pace, percorsi interculturali e di formazione sulla cooperazione internazionale decentrata allo sviluppo.

Il logo dell’associazione è costituito da due camaleonti che, a colori invertiti, occupano i due emisferi della Terra e richiamano il dualismo ying - yang. Il camaleonte è il simbolo del Malawi: nella tradizione locale, per la sua stupefacente capacità di guardare con un occhio indietro e con l’altro avanti, incarna il collegamento tra passato e futuro, tra radici e cambiamento.


Gli ultimi venti anni sono stati particolarmente ricchi di risultati concreti, tra i quali: la realizzazione e manutenzione delle strutture sanitarie di Mangunda (Health Centre, Reparti di Maternità, Pediatria e Geriatria); la costruzione di quattro scuole primarie, accompagnata dalla ristrutturazione di 7 case che ne ospitano i docenti e dalla realizzazione di servizi igienici per gli alunni; l’edificazione di un nuovo blocco di scuola secondaria, con biblioteca e aula multimediale; l’attivazione, dall’Italia, di una rete di sostegno a distanza, con molte borse di studio destinate ad allieve/i meritevoli ma privi di risorse, che permettono la frequenza di scuole secondarie e università; l’allaccio alla rete elettrica di alcuni villaggi; l’avvio di corsi di formazione professionale per sartoria, falegnameria, idraulica, impiantistica elettrica; l’attivazione di microcredito.



Il team di Sottosopra va particolarmente fiero di due sogni divenuti realtà. La “Yenda” Nursery School: un’accogliente costruzione, corredata da un pozzo di acqua potabile ed un parco giochi, in cui, in orario diurno, vengono quotidianamente accolti 50 bambini orfani, i quali ogni sera ritornano in seno alla comunità d’origine.

I ben 133 pozzi fin qui scavati in altrettanti villaggi: un dono prezioso, soprattutto per quelle donne malawiane fino ad allora costrette a trasportare, per chilometri, sulla propria testa, giganteschi otri di acqua, spesso di scarsa qualità, prelevata da fiumi o pozzi assai distanti. Roberto Colombo, il quale, grazie alle consistenti risorse raccolte dal suo gruppo di Città di Castello, ha fatto impennare il numero dei pozzi scavati ci ricorda come «l’acqua pulita che arriva dai pozzi permetta di ridurre la mortalità dei bambini e migliorare le condizioni di vita della popolazione in un Paese, il Malawi, in cui il reddito medio della popolazione è di circa 300-350 dollari l’anno».

Uno degli ultimi pozzi scavati è quello sito nel villaggio di Chagunda Two (abitato da 120 famiglie, tra cui 18 persone con disabilità e 21 anziani). Gli oneri della sua realizzazione li ha sostenuti l’Amministrazione comunale di Montone guidata dal Sindaco Mirco Rinaldi, da sempre molto sensibile alle tematiche della solidarietà internazionale e dello sviluppo sostenibile.

A quanti vorranno entrare nel gruppo dei tanti convinti sostenitori di questa ODV “eretica” consegno, in conclusione, le illuminanti parole dell’italo-malawiano Davide Pantaleoni: «Nel Nord del mondo forse non si coglie l’importanza di un lavoro così ramificato, fatto di piccoli, ma incisivi, interventi. Solo osservandole da Sud possiamo comprendere come buone pratiche, facilmente imitabili, possano innescare una reazione a catena in grado di fare la differenza per comunità oggi escluse dal gioco perverso dell’economia mondiale».


1: Smisurata preghiera, Fabrizio De André.


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