Terremoto in Umbria del 2023: verso una ricostruzione intelligente?
- Nuove Ri-generazioni UMBRIA

- 19 nov
- Tempo di lettura: 5 min
Dalla battaglia per l’inclusione nel cratere 2016 alla collaborazione con l’Università di Perugia: il Comitato Rinascita 9 Marzo spinge per una ricostruzione che unisca visione, sostenibilità e comunità.
Intervista a Paolo Arcelli a cura di Alessandro Vestrelli

Nel marzo 2023 il terremoto, in pochi secondi, cambiò la vita di tante famiglie di Pierantonio, Sant’Orfeto, Pian d’Assino, Rancolfo, Tavernacce e sono trascorsi quasi due anni dalla costituzione di un comitato di cittadini determinati a “rimanere attivi per non essere dimenticati”, presieduto da Paolo Arcelli.
Le battaglie del comitato e delle istituzioni locali hanno ottenuto un importante risultato: nel febbraio 2025 è stato approvato in Commissione alla Camera un emendamento che consente al Commissario straordinario per il sisma del Centro Italia 2016 di applicare la normativa speciale introdotta dal DL 189/2016 anche al terremoto del 2023. Quanto alla stima complessiva per la ricostruzione delle zone colpite, il commissario straordinario ha parlato di 470 milioni di euro come somma necessaria (tra opere pubbliche e private). Le risorse sono da considerarsi “previste/stimate” finché non siano rese operative con atti specifici, bandi, ordinanze e assegnazioni.
Il 2 luglio 2025 sempre Castelli ha firmato la “prima Ordinanza in Cabina” per Marche (sisma del novembre 2022) ed Umbria (sisma del marzo 2023). In quella occasione è stata annunciata la previsione di una dotazione di € 35 milioni per l’anno 2025 ed € 67 milioni per l’anno 2026. Le misure riguardano edifici, infrastrutture, opere e immobili danneggiati nelle zone dei terremoti. La Regione Umbria ha già avanzato la richiesta di proroga dello stato di emergenza per coprire il periodo in cui le norme transitorie e i contributi (es. CAS) debbono essere garantiti.

Il Comitato Rinascita 9 marzo, da Lei guidato, è stato molto attivo nell’organizzazione di incontri, nell’esercitare pressione istituzionale e nel richiedere trasparenza e rapidità. Potete dirvi soddisfatti dei primi risultati ottenuti? Come vi siete mossi e come intendete proseguire?
«A quasi due anni dalla nascita, il Comitato può dirsi soddisfatto del lavoro svolto e della partecipazione costante dei cittadini. Si sono tenute due riunioni mensili con una media di 15–20 persone e il direttivo continua a lavorare con spirito civico e unità.
Forti della investitura di oltre 200 partecipanti alla prima assemblea del 2023 e più di 100 iscritti, fin dall’inizio abbiamo cercato di essere interlocutori riconosciuti dalle istituzioni locali e nazionali, contattando ministri (Giorgetti, Musumeci), incontrando parlamentari di maggioranza e opposizione eletti in Umbria, la Presidente della Giunta regionale, amministratori, per ottenere che il sisma del 2023 fosse pienamente inquadrato nella normativa del cratere del 2016.
Questo obiettivo è stato raggiunto, con la conseguente certezza di poter usufruire di procedure già collaudate e più rapide. Altro risultato significativo è lo stanziamento, nella Legge Finanziaria, di circa 100 milioni di euro per il biennio 2025–2026, destinati alla progettazione e all’avvio della ricostruzione vera e propria.
Oggi siamo concentrati sulla ricognizione dei danni e sulla progettazione, con scadenze fissate al 31 ottobre e al 31 dicembre.
Il 21 ottobre scorso si è tenuto un tavolo tecnico tra l’Ufficio speciale regionale per la ricostruzione, i Comuni e i professionisti incaricati, cui hanno partecipato oltre cinquanta tecnici, per chiarire criteri e procedure dei contributi.
Confidiamo che l’esperienza maturata dal 2016 garantisca competenze adeguate e risposte tempestive».
L’erogazione del Contributo di Autonoma Sistemazione (CAS), in passato, segnata da ritardi e disagi, ha creato tensioni tra i cittadini. Questa criticità è stata oggi superata?
«Sì, dopo mesi difficili. La transizione dallo stato di emergenza al regime ordinario ha bloccato i pagamenti del CAS dal 6 aprile 2025, generando forte incertezza. Dopo numerose sollecitazioni, insieme ai Comuni, il Comitato ha individuato il disguido amministrativo che impediva l’erogazione.
La questione si è sbloccata solo in settembre, con un decreto che ha introdotto il nuovo “contributo di disagio abitativo”, finalmente erogato in ottobre».
Pierantonio già prima del sisma soffriva di declino demografico e difficoltà varie. Se la ricostruzione non considerasse politiche di rilancio socio-economico, connettività, nuove funzioni (co-working, turismo, spazi culturali), rischierebbe di essere un’occasione perduta. Lei ritiene di poter già rilevare qualche concreto progresso nella direzione da voi auspicata?
«Il Comitato ha sempre sostenuto che la ricostruzione non poteva limitarsi a riparare edificitalvolta non utilizzati: serviva una strategia di rilancio economico e sociale.
Con l’architetto Diego Zurli abbiamo avviato una riflessione sul futuro delle aree marginalicolpite, coinvolgendo il prof. Paolo Verducci dell’Università di Perugia e il Vicesindaco di Umbertide Annalisa Mierla.
È nato così un confronto su come riattivare spazi dismessi, più in generale ripensare lo sviluppo di un territorio negletto, che è zona cerniera tra i Comuni di Gubbio, Umbertide, Perugia. Vorrei ricordare che a Sant’Orfeto e dintorni è stata ubicata una delle più grandi discariche dell’Umbria…
Gli studenti della facoltà di Ingegneria stanno elaborando, sotto la guida dei due architetti, una serie di progetti per Umbertide e Pierantonio, dopo i sopralluoghi che hanno individuato oltre dieci aree di potenziale rigenerazione. Questa collaborazione università–istituzioni–cittadini rappresenta già un primo passo concreto nella direzione auspicata.
È un lavoro che potrà stimolare anche il Commissario Castelli a destinare risorse al rilancio economico e sociale, non solo alla ricostruzione materiale».

Onde evitare che si facciano scelte poco attente al contesto ambientale, al patrimonio locale, alla mobilità lenta e che si punti alle stesse volumetrie/funzioni, piuttosto che a rilocalizzare funzioni obsolete o degradate, a creare spazi pubblici nuovi o infrastrutture di qualità, avete, quindi, cercato di coinvolgere università o centri di ricerca nella definizione di una “ricostruzione intelligente”…
«Sì. Proprio in questa prospettiva nasce la collaborazione con l’Università di Perugia e con il gruppo del prof. Verducci che, nel marzo scorso, ha già presentato al Teatro dei Riuniti di Umbertide esempi di “rammendo urbano” e riuso di edifici degradati in altre città umbre e toscane.
L’obiettivo è immaginare per Pierantonio e le frazioni un modello di ricostruzione attento alla sostenibilità, all’identità dei luoghi e alle esigenze reali della comunità, come quella di dare risposte al progressivo spopolamento».
La presenza di scuole nel territorio colpito è un simbolo di speranza per la comunità. Cosa pensa del progetto del nuovo polo scolastico? Siete stati informati sulle risorse disponibili, sui tempi e sulla possibilità di co-progettazione con i cittadini?
«Il nuovo polo scolastico di Pierantonio rappresenta una priorità e un segnale concreto di rinascita. Il Comitato guarda con favore al progetto, che l’Amministrazione comunale sta sviluppando non solo come edificio didattico ma come spazio civico e di socialità. Ne seguiremo con attenzione l’evoluzione e auspichiamo che i cittadini possano contribuire attivamente alla sua progettazione».
Durante la commemorazione del 9 marzo 2025, il Commissario Castelli, la Presidente della Regione Umbria e i Sindaci interessati hanno promesso un’accelerazione della ricostruzione “ormai avviata su un percorso sicuro e certo” ( dice Stefania Proietti). Secondo voi quali elementi andranno monitorati per capire se il sisma diventerà davvero un’occasione di rilancio o resterà un semplice rattoppo?
«Sarà decisivo verificare la reale rapidità delle procedure e la coerenza dei progetti con una visione di lungo periodo. Una ricostruzione che si limiti a rimettere in piedi gli edifici senza ridare vita alle comunità sarebbe un’occasione perduta. Occorre vigilare affinché le risorse si traducano in servizi, infrastrutture e nuove opportunità di lavoro e vita».
Anche se si annunciano milioni di euro, queste risorse devono essere effettivamente stanziate e gestite con trasparenza e senza lungaggini burocratiche.
Cosa promette ai cittadini in termini di vigilanza e partecipazione nella fase che ora si apre?
«Il Comitato continuerà a essere un presidio civico attivo, a mantenere il dialogo con istituzioni e tecnici, a monitorare i provvedimenti e a garantire che le famiglie siano informate e coinvolte.
Solo una partecipazione costante e vigile potrà assicurare che la ricostruzione avvenga nel segno della trasparenza, dell’efficienza e dell’interesse collettivo».





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