Rifugi climatici: spazi pubblici per città più vivibili
- Nuove Ri-generazioni UMBRIA
- 17 lug
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Quest’estate sempre più persone resteranno in città. Si stima infatti che saranno più di 8 milioni gli italiani che quest’anno rinunceranno alle vacanze estive. Di questi, il 69% resterà a casa per motivi economici.
Ritrovarsi quindi a percorrere le strade cittadine, rese temporaneamente meno affollate, può costituire un’occasione per riscoprire con lentezza parchi, piazze e luoghi di prossimità.
In questo senso, i rifugi climatici rappresentano una delle risposte più concrete per contrastare i picchi di caldo ormai sempre più intensi e frequenti.
Si tratta infatti di spazi pubblici, sia chiusi che all’aperto, accessibili gratuitamente, in grado di offrire sollievo dalle temperature estreme dei mesi estivi pur mantenendo invariate le loro funzioni. Biblioteche, musei, centri civici, piazze coperte, parchi ombreggiati e perfino pensiline attrezzate: luoghi che, per caratteristiche ambientali o dotazioni (acqua potabile, ventilazione, verde, servizi igienici), offrono un’alternativa sicura per chi non ha accesso a sistemi di raffrescamento privati.
Il Comune di Bologna è stato tra i primi in Italia a promuovere una rete ufficiale di rifugi climatici, sull’esempio di Barcellona, che con i suoi 400 spazi distribuiti in ogni quartiere ha fatto scuola in Europa. A Bologna oggi sono 15 i luoghi mappati, tra biblioteche, parchi e piazze, selezionati secondo criteri precisi di accessibilità e comfort, anche grazie alle proposte dell’Assemblea Cittadina per il Clima.
Altre città, da Firenze a Torino, da Napoli a Milano, stanno seguendo l’esempio, con elenchi pubblici o reti informali. L’obiettivo è duplice: garantire il diritto fondamentale alla salute e al benessere, e contrastare la cooling poverty, la povertà energetica da raffrescamento che colpisce sempre più famiglie vulnerabili, anziani, bambini e persone senza dimora.

L’Umbria, con il 49% del territorio coperto da boschi e foreste, è la seconda regione in Italia, dopo l’Emilia-Romagna per densità arborea, pari a 1.815 alberi per ettaro. Non mancano quindi parchi naturali, giardini storici e aree alberate, e ben 7 aree naturali protette, utili a trovare sollievo durante le giornate più torride. Tuttavia, in mancanza di una mappatura ufficiale dei rifugi climatici disponibili a livello territoriale, potrebbe rivelarsi efficace affiancare alla dimensione naturale, ampiamente disponibile, un uso strategico degli spazi pubblici urbani. L’adattamento e la valorizzazione degli spazi pubblici già esistenti, come biblioteche, centri sociali, asili, e la loro fruibilità gratuita garantirebbe la possibilità di avere a disposizione veri e propri presìdi territoriali di inclusione e benessere per tutta la popolazione, in particolare modo, quella più vulnerabile, permettendo di affrontare le sfide del cambiamento climatico in corso con lungimiranza e concretezza.
Per la Redazione - Chiara Maria Sole Bravi
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