I risultati di una ricerca condotta dallo Spi-Cgil di Terni, curata dal sociologo Ugo Carlone, dal titolo “Reggere nelle difficoltà”, analizza le risorse materiali e sociali dei pensionati del territorio, risorse in base alle quali gli intervistati si rivelano essere: tenaci, soddisfatti, scontenti e disagiati.
L'obiettivo della ricerca è conoscere la condizione degli anziani nella provincia di Terni, attraverso un questionario anonimo somministrato tra ottobre 2021 e gennaio 2022 ad un campione di 720 individui, di età compresa fra i 60 e i 79 anni, estratti a sorte tra gli iscritti dello Spi Cgil.
IL CAMPIONE:
Nel campione sono più presenti gli uomini rispetto alle donne.
Il 35% circa ha un'età inferiore ai 70 anni, il 31% tra i 70 e i 75 e il 34% più di 75.
Più di 2 intervistati su 3 sono sposati o convivono, i celibi o le nubili sono pochi, così come i separati o divorziati.
Hanno figli 8 intervistati su 10. La maggioranza vive in periferia. I titoli di studio prevalenti vedono la licenza elementare o media coprire insieme più del 60% del campione. La maggior parte lavorava prima della pensione, in prevalenza nel privato, e 6 su 10 come operaio.
IL CONTESTO ABITATIVO:
Più del 70% degli intervistati vive in abitazioni di proprietà e solo il 13% in affitto, segno evidente della tendenza, tutta italiana, a "puntare sul mattone", considerato un buon investimento. Rifugio preferito e considerato produttivo su cui canalizzare i propri risparmi, che ha registrato invece una flessione in anni più recenti.
Il 4% del campione ha riscattato una casa popolare, nella quale è attualmente in affitto circa il 6%. Il 4% vive in usufrutto e il 5% in una casa di proprietà di un'altra persona (figlio, parente,etc.).
Più della metà del campione segnala inoltre che l'abitazione in cui vive necessiterebbe di interventi di ristrutturazione o manutenzione. Ma è molto significativo che ben il 55% di coloro che segnalano la necessità di lavori non sarebbe in grado di sostenerne le spese.
Il 36% avrebbe la possibilità di migliorare la casa in cui vive, ma solo parzialmente, mentre solo un intervistato su 10 non avrebbe problemi.
Per quanto riguarda le dimensioni delle abitazioni: circa un terzo misura meno di 80 mq, un altro terzo tra 80 e 100mq e la restante parte si attesta su dimensioni abitative di più di 100mq.
Ben 4 intervistati su 10 segnalano la presenza di barriere architettoniche oppure ostacoli che non permettono di muoversi agevolmente nel contesto abitativo.
Gli ostacoli interessano l'abitazione nel 17% dei casi o l'ambiente esterno, 21%.
SANITÀ E SERVIZI:
La metà del campione non è soddisfatta della sanità pubblica; un'altra metà è solo mediamente soddisfatta. I più insoddisfatti sono coloro che avrebbero più bisogno: chi ha redditi bassi e peggiori condizioni di salute.
Il trasporto per disabili è utilizzato dal 20% del campione; tra questi, più della metà è soddisfatto, ma quasi un terzo non lo è. Riscuotono molta soddisfazione ( 9 anziani su 10) i servizi del patronato e del sindacato.
SITUAZIONE ECONOMICA:
Più di un terzo del campione valuta scarsa o insufficiente la propria situazione economica.
Il disagio economico è più diffuso tra i molto soli e i più preoccupati, seguiti da chi è in cattive condizioni sanitarie, chi ha giudicato il lockdown difficile da affrontare e chi ha un titolo di studio basso. In condizione di maggiore sofferenza le donne rispetto agli uomini, i più anziani, i separati o divorziati e vedovi.
Un anziano su 5 arriva a fine mese con difficoltà e 2 su 5 con lieve difficoltà.
La situazione economica è peggiorata, rispetto a cinque anni fa, per 7 anziani su 10, più spesso per i più soli e i più preoccupati, per chi ha già una situazione economica scarsa o insufficiente e un po' più per le donne e per chi è in cattive condizioni di salute. Per il resto, il peggioramento è trasversale.
DONNE, OPERAI, PERIFERIE:
Le donne risultano penalizzate nella maggior parte degli indicatori utilizzati,a partire dal livello di istruzione. Segnalando quindi una condizione di disparità di genere che si innesta a partire dai tassi di completamento del percorso scolastico per poi divenire costante e irradiarsi su più traiettorie.
Chi ha svolto la professione dell'operaio evidenzia condizioni di vita peggiori rispetto agli impiegati, ai lavoratori autonomi e ai quadri, specialmente dal punto di vista economico.
Sul versante della qualità dell'ambiente urbano: chi vive in periferia è svantaggiato rispetto a chi vive in centro o semi-centro per quanto riguarda l'accesso ai servizi.
Definisce molto o abbastanza insicura la zona in cui vive il 7% e il 36% (contro il 4% e il 34% di chi abita in centro o in semi-centro).
Significativo è il dato relativo all'uso degli psicofarmaci: ne ha fatto uso nell'ultimo anno il 18% di chi abita in periferia rispetto al 24% di chi abita in centro o semi-centro.
DISAGIATI, SCONTENTI, SODDISFATTI E TENACI:
Dalla combinazione dell'indice di risorse materiali (comprendente il giudizio sulla situazione economica e quello sullo stato di salute) e dell'indice di risorse sociali (comprendente il livello di solitudine e le attività svolte), emerge che:
i Disagiati, con scarse risorse materiali e scarse risorse sociali sono il 26%;
gli Scontenti, con buone risorse materiali e scarse risorse sociali, sono il 24%;
i Soddisfatti, con buone risorse materiali e buone risorse sociali, sono il 31%;
e i Tenaci, con scarse risorse materiali e buone risorse sociali, sono il 19%.
Rappresentativa è la quota di anziani in buone condizioni materiali, ma con scarse risorse sociali; significativa è la presenza di individui le cui condizioni economiche e di salute non sono buone, ma le risorse sociali risultano soddisfacenti; maggioritaria è la quota di anziani che dai risultati delle diverse variabili risultano in condizioni soddisfacenti.
COSA EMERGE:
Determinanti nella categorizzazione degli anziani intervistati sono il livello di istruzione, il reddito e le condizioni di salute.
Indicatori questi, di benessere sia materiale che psico-fisico e misuratori inevitabilmente del livello di politiche pubbliche condotte nei decenni, della capacità cioè di intercettare i bisogni, di offrire servizi e di garantire un processo di miglioramento delle condizioni di vita.
Una ricerca significativa quella operata dallo Spi-Cgil di Terni in un'ottica di misurazione della performance del benessere economico e del progresso sociale che mette nero su bianco i risultati di policy finora raggiunti e quelli su cui c'è da ancora da investire.
Fonte: SPI-CGIL TERNI
Redazione
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