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Impianto eolico collettivo a Gubbio, Legambiente: questo uno dei 100 cantieri per la transizione


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"Una nuova industria che ripara e riutilizza turbine eoliche rotte potrebbe creare 20.000 posti di lavoro e promuovere l'economia circolare" si legge in un recente articolo pubblicato sul Daily Business.

Mentre la Coalition for Wind Industry Circularity (CWIC), gruppo composto dalle aziende Renewable Parts e SSE Renewables, l'Università di Strathclyde, il National Manufacturing Institute Scotland (NMIS), sostiene che la costituzione di una filiera in grado di riparare le pale eoliche danneggiate, oltre a generare posti di lavoro, eviterebbe la rottamazione di oltre 800.000 tonnellate di parti.

In Italia il dibattito sul riciclo delle pale eoliche è pressoché inesistente perché il difficile è innanzitto installarle.

Secondo questa recente analisi della CWIC, una catena di fornitura del Regno Unito in grado di rinnovare solo dieci delle migliaia di parti che compongono una singola turbina eolica potrebbe accedere a un mercato europeo del valore di quasi 10 miliardi di sterline per il PIL del Regno Unito tra il 2025 e il 2035.

La nostra penisola mostra invece forti ritardi nella realizzazione di nuovi impianti da rinnovabili: lo scorso anno solo l’1% degli impianti fotovoltaici ha ricevuto l’autorizzazione, mentre va peggio per l’eolico on-shore fermo allo 0% (fonte: report Legambiente 2023).

L'inaugurazione della seconda pala eolica realizzata dalla cooperativa énostra a Gubbio, lo scorso venerdì 21 luglio, si mostra quindi come una volontà di slancio nel segno della transizione energetica.


Si tratta di un impianto collettivo di 1 MW di potenza e 2,3 milioni di kWh di produzione annuale per i prossimi 25 anni, assemblato in località Castiglione Aldobrando, nel Comune di Gubbio e finanziato con le quote dei soci della cooperativa che potranno beneficiare di una tariffa di fornitura dell’energia elettrica vantaggiosa definita "tariffa prosumer", che sarà svincolata dall’altalenante mercato elettrico e legata esclusivamente al costo di produzione rinnovabile proprio di quella pala.

Ed è il secondo impianto realizzato dalla cooperativa dopo la turbina inaugurata sempre a Gubbio nell'ottobre 2021 e si stima che potrà soddisfare il fabbisogno annuo di elettricità di circa mille famiglie.

Il progetto prevede inoltre la creazione di una comunità energetica, non appena il Governo provvederà all’emanazione dei decreti attuativi necessari.

"Per Legambiente questo impianto rappresenta uno dei 100 cantieri per la transizione ecologica, ovvero una delle realtà nazionali che stanno investendo in Italia su innovazione, sostenibilità ambientale, economia circolare, in linea con la direzione della transizione - dichiara Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria.



Un terreno agricolo incolto a 850 metri slm, già antropizzato da antenne e pannelli solari caratterizza “Il Castiglione”, dove ora ha sede la pala eolica con i suoi 68 metri di altezza e il rotore che si sviluppa in larghezza per poco più di 60 metri che permetterà di evitare l'emissione di circa 1000 tonnellate di CO2 nell'atmosfera ogni anno.

Il progetto ha rispettato i criteri del Protocollo di ANEV, Greenpeace e Legambiente per minimizzare l’impatto ambientale. Tuttavia, il percorso burocratico è stato lungo e difficile, con 9 anni di attesa tra ostacoli della Soprintendenza e ritardi nel processo autorizzativo.

La presentazione dell'iniziativa ha visto i contributi del sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, del vicepresidente della Regione Umbria, Roberto Morroni, della presidente di ènostra, Sara Capuzzo, del direttore di Banca Etica finanziatrice del progetto e partner di ènostra, Nazzareno Gabrielli, di Gianmarco Papi, tecnico eolico, Danilo Valenti, Legacoop Umbria, di Giorgio Nanni, Legacoop Nazionale, Maurizio Zara, Legambiente Umbria e Attilio Piattelli, del Coordinamento FREE.

"Per noi umbri rappresenta poi un punto di partenza importante per dimostrare che anche l’energia eolica può e deve trovare spazio nel nostro territorio - prosegue Zara - e per sollecitare il governo regionale e le comunità tutte ad accelerare nel percorso di transizione energetica, perchè va ricordato che perfino questa pala collettiva, realizzata in un’area non vincolata a Gubbio, ha impiegato ben nove anni per il suo lungo, troppo lungo, iter autorizzativo.

Sono ingiustificabili e del tutto inaccettabili queste lungaggini burocratiche solo per decidere se un impianto può o non può essere realizzato, abbiamo invece il dovere di dare tempi certi a chi vuole investire e dobbiamo anche facilitare e velocizzare questo percorso quando ne riconosciamo idoneità e valore per il territorio, perchè di rinnovabili abbiamo urgente bisogno e perchè la vera minaccia per il territorio - conclude il presidente di Legambiente Umbria - è costituita dai drammatici sconvolgimenti causati dai fenomeni meteorologici particolarmente intensi che proprio dai cambiamenti climatici sono resi più frequenti e devastanti".

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