Il lavoro (che cambia) nei 14 sistemi locali dell'Umbria
- Nuove Ri-generazioni UMBRIA

- 16 ott
- Tempo di lettura: 3 min
di Mario Bravi

(Articolo pubblicato sul Corriere dell'Umbria il 15/10/2025)
Quando si parla di lavoro e di economia spesso si analizza l'Umbria come se fosse un tutt'uno, una realtà omogenea. Non è così.
Nella nostra pur piccola realtà regionale esistono differenze, che è utile capire per operare le necessarie azioni correttive.
L'ISTAT nei giorni scorsi ha reso noto uno studio sui sistemi locali del lavoro (SLL), in questa analisi estremamente dettagliata sono stati messi a fuoco 511 SLL a livello nazionale e che, per quanto riguarda la nostra regione, corrispondono a 14 sistemi locali del lavoro.
I sistemi locali del lavoro sono un insieme contiguo di comuni, nei quali la maggior parte della popolazione risiede e lavora, e costituiscono una geografia di tipo funzionale, che non necessariamente coincide con i confini amministrativi.
Si affronta in questo studio dell'ISTAT, in maniera prioritaria, il tema della domanda e dell'offerta di lavoro. I sistemi locali del lavoro costituiscono partizioni abbastanza omogenee e comparabili e consentono di riflettere sulle trasformazioni del mercato del lavoro . In Umbria gli SLL individuati sono appunto 14.
Il più grande e con più abitanti (con oltre 200 mila residenti) è
1) Perugia, che comprende molti comuni tra cui Corciano, Magione e Marsciano. Inoltre nell'Alta Umbria,
2) Città di Castello, che comprende San Giustino,
3) Gubbio con Scheggia,
4) Umbertide con Montone,
5) Gualdo Tadino con Nocera Umbra e gli altri comuni della fascia,
6) Castiglione del Lago,
7) Todi con i comuni del Tuderte,
8) Assisi che comprende anche Bastia Umbra,
9) Foligno, con Spello, Trevi, Bevagna e Montefalco,
10) Spoleto con i comuni limitrofi,
11) Norcia,
12) Cascia,
13)Terni con tra gli altri Narni e Amelia e
14) Orvieto, con i comuni vicini.
All'interno di queste aree territoriali ci sono differenze anche rilevanti. Per esempio anche per quanto riguarda i livelli salariali. Anche dalle ricerche effettuate dall'AUR(Agenzia Umbria Ricerche), sappiamo che i livelli salariali del settore privato umbro sono mediamente più bassi dei livelli nazionali.
Nella diversità dei comparti si va da -8% a -15%. All'interno dei 14 SLL della nostra regione si registrano livelli salariali più alti (o forse sarebbe meglio definirli meno bassi) nel sistema locale di Umbertide e di Terni, mentre il minimo si registra a Cascia e a Norcia con livelli salariali più bassi del 20% rispetto ai primi 2 SLL dell'Umbria.
La chiave interpretativa è semplice. Laddove è ancora forte il tessuto manifatturiero e industriale (Terni e Umbertide), i livelli salariali sono più alti delle realtà (Norcia e Cascia), dove l'occupazione è incentrata sui servizi e nel terziario.
Questo trova un riscontro anche nell'analisi sul tessuto produttivo mentre a Terni si un 24.97% di addetti alle imprese ad alta tecnologia e un 32.40% di dipendenti delle grandi imprese in altre realtà come Todi abbiamo un 21.16% di addetti alle imprese con alta tecnologia e un 20.86% di dipendenti delle grandi imprese, con differenze rilevanti rispetto a Perugia, che registra 25.86% di addetti di imprese ad alta tecnologia e 29.37% di dipendenti da grandi imprese.
Differenze consistenti nella nostra realtà regionale, che si riscontrano anche nel recentissimo studio di "Il Sole-24 Ore", che evidenzia la situazione dei debiti spettanti (tra mutui e altri prestiti) e mette a fuoco il rapporto tra i salari e l'indebitamento della popolazione e i relativi crediti attivati. Un'altra volta riemerge, guarda caso, il tema annoso dei bassi salari, con discrepanze rilevanti tra le due province.
Sono punti che andrebbero analizzati e non trascurati, per costruire possibili linee d'azione.
Un dato è certo, anche se la riflessione dovrà ulteriormente svilupparsi, lo sviluppo della nostra regione non può incentrarsi sul lavoro povero. È una questione di equità, ma anche di quale reale futuro su cui poter scommettere, su cui comunque è necessario aprire un confronto vero. Di sicuro non si può mettere il tutto sotto il tappeto.





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