Due comuni a rischio scomparsa demografica: 3 su 10 famiglie formate da una sola persona. Redditi in stallo.
- Nuove Ri-generazioni UMBRIA
- 17 mar
- Tempo di lettura: 3 min
di Andrea Chioini

Dei 92 comuni dell’Umbria 60 hanno ricevuto la classificazione di “area interna”, così come è stato sancito dalla strategia nazionale per le aree interne (Snai): una politica promossa nel 2013 dall'Agenzia per la coesione territoriale e dall'allora ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca per dare un futuro alle aree e alle municipalità cosiddette “remote”. Tale caratteristica viene attribuita in base alla distanza dei territori comunali dai servizi pubblici considerati essenziali (salute, istruzione, esercizi commerciali, servizi postali e bancari, trasporto pubblico). La Snai sollecita azioni e politiche attive per contrastare, o quanto meno mitigare, i fenomeni di declino demografico e marginalizzazione territoriale.
Tre le aree inizialmente definite in Umbria: Valnerina (14 comuni), Sud Ovest Orvietano (20 comuni), Nord Est Umbria (10 comuni).
Nel 2022 ne sono state aggiunte due: Unione del Trasimeno (8 comuni), Media Valle del Tevere (8 comuni).
Umbria Nord Est
I dieci comuni classificati in Umbria come Area interna “Nord Est” si trovano a dover fronteggiare un insieme di problemi che caratterizzano la vita di tutte le realtà lontane dalle conurbazioni metropolitane.

Prima di tutto il calo demografico accentuato da tre fattori convergenti: cifre assolute della natalità, invecchiamento della popolazione, allontanamento delle giovani generazioni ad alta qualificazione professionale.
La popolazione complessiva dei 10 comuni è passata da 66.648 unità al 31 dicembre 2018 a 64.122 perdendo 2.526 residenti in 5 anni.

*a condizioni costanti. Calcolo: popolazione attuale / calo medio annuale su base quinquennale (elaborazione di Nuove Ri-Generazioni Umbria)
Dinamiche della demografia
Pur in un quadro di inesorabile calo della popolazione residente le serie storiche a partire dal 2001 (qui sopra, riprese dal sito tuttitalia.it) rivelano episodi interessanti di incremento: Sigillo rivela una dinamica di crescita ad anni alterni nell’ultimo quinquennio con + 8 unità nel 2018, + 5 nel 2020, + 30 nel 2022. Scheggia e Pascelupo ha registrato un +14 unità nel 2019 e + 6 nel 2023. Una dinamica registratasi in anni recenti a Montone dove, dal 2002 al 2008, si è registrato un incremento di 103 unità, da 1584 a 1687 abitanti, tornati a crescere di ulteriori 6 unità nel 2022. Anche Nocera Umbra nel 2023 ne ha registrati 2 in più rispetto all’anno precedente. Indicatori fatti di cifre basse, tuttavia significative in contesti di così ridotte dimensioni, perché indicano un rallentamento nella perdita di residenze: rallentamento più accentuato nei comuni montani (tra 1000 e 5000 abitanti) che nei centri urbani (da 10mila in su).
Famiglie unipersonali – Nei territori appenninici dell’area interna “Umbria Nord Est” la famiglia ha costituito, fino ai primi anni ’50 del Novecento, un nucleo stabile in perenne rinnovamento ed espansione.
Tendenze hanno finito per venire invertite con il passaggio del Millennio. Questo dice la percentuale delle famiglie (registrate all’anagrafe) fatte di un solo componente.

Le percentuali della tab. 2 evocano scenari ormai consolidati nelle realtà urbane e metropolitane con la differenza che nell’Umbria Nord Est il 90% dei nuclei familiari unipersonali risultano composti soprattutto da ultrasessantenni. Entrando ancora più in profondità se ne può dedurre, in virtù della più elevata longevità, che i tre quarti siano donne. Se a questo si aggiunge l’allontanamento consolidato di una quota significativa delle discendenze si può intuire che il disagio e la solitudine crescono con l’aumentare dell’età: per di più in contesti con servizi di welfare assai diradati (quando non del tutto assenti).
Questioni che richiederebbero un approccio integrato nelle (auspicabili) politiche regionali di attenuazione degli effetti sociali prodotti dalle tendenze accennate. Un’integrazione che, tra le altre cose, deve fare i conti con lo spacchettamento in 4 distinte “Zone sociali”: 6 comuni nella Zona 7, uno nella Zona 3 (Valfabbrica), 2 nella Zona 1 (Montone e Pietralunga), uno nella Zona 8 (Nocera Umbra). Vedi in dettaglio qui.
Migrazione “interna” – Da rimarcare anche una tendenza alla “migrazione interna” , proprio verso i comuni montani dove è possibile trovare alloggio a condizioni più favorevoli. Sempre che siano garantiti i livelli essenziali (salute, istruzione, commercio).
Il quadro economico – Le cifre presenti in tabella sono il frutto dell’elaborazione dei dati forniti dal Ministero dell’economia e finanze: le grandezze indicate sono il risultato della somma dei redditi da lavoro dipendente, pensioni e autonomo. Tabella indicante “Redditi e principali variabili Irpef su base comunale”scaricabile qui.

In un quadro del genere il ruolo di Gubbio e di Gualdo Tadino con insediamenti produttivi di una certa consistenza attenuano l’effetto ristagno dei volumi di reddito che si registra nei comuni più piccoli e a più forte caratterizzazione “montana”. In ogni caso tendenze complessive indicatrici di un arretramento economico per il quale non si intravvedono possibilità di inversione a breve.
Comments