Inarrestabile il calo demografico della città di Foligno, a segnalarlo lo SpiCgil di Perugia attraverso il suo segretario, Mario Bravi:"Abbiamo analizzato sulla base di dati recenti, di fonte ISTAT, INPS, e MEF, la situazione demografica e dei redditi, con particolare attenzione a quelli medio bassi, della città di Foligno, nella sua dimensione comunale e dall'analisi emerge una situazione al tempo stesso interessante e preoccupante.
Una situazione che richiede una riflessione, - sottolinea Bravi- ma soprattutto una conseguente azione da parte delle forze politiche e sociali che si collocano a sinistra".
Tra l’altro, anche se non con la stessa sincronia, si delineano legami profondi tra demografia ed economia.
SITUAZIONE DEMOGRAFICA
Osservando i dati demografici si evidenzia che dal 2012 al 2022 Foligno passa da 56.780 abitanti a 55.503, con una perdita del 2,2% superiore alla perdita che si è verificata in Umbria e che è stata del 1.4%.
Tra l’altro l’Umbria perde molto di piu’ della media del Paese.
E questa perdita è avvenuta nonostante il fatto che, nello stesso arco temporale di 10 anni, il numero degli stranieri sia complessivamente aumentato, passando dai 6.348 del 2012 ai 6.537 del 2022, con un incremento del 3.0%.
Va sottolineato, che negli ultimissimi anni il “trend” positivo dato dall’arrivo di cittadini stranieri a Foligno si è praticamente interrotto.
Per quanto riguarda la composizione per età della popolazione folignate assistiamo ad un suo progressivo invecchiamento con ritmi piu’ consistenti della media nazionale.
I giovani e i ragazzi al di sotto dei 15 anni passano dal 13,3% del 2012 al 12.6% del 2022, mentre gli over 65 aumentano dal 23.4% del 2012 al 26.0% del 2022.
Gli over 80 diventano l’8.9%, erano l'8.0%.
Il tasso di natalità crolla dal 10.6 per mille del 2012 al 6.8 del 2022, mentre il tasso di mortalità sale dall' 11.6 al 12,7.
Non a caso l’indice di vecchiaia ( che indica il rapporto tra popolazione over 65 e quella al di sotto dei 15 anni) sale dal 176% del 2012 al 206% del 2022, con una percentuale piu’ alta di quella complessiva dell’Italia che è pari al 197%."Questi dati indicano chiaramente una trasformazione profonda del nostro tessuto sociale - evidenzia Bravi - che avrà conseguenze rilevanti nel nostro futuro".
REDDITI
"La difficoltà strutturale del Paese, che sarebbe eufemistico descrivere solo come “crisi” ha avuto e sta avendo ripercussioni pesanti soprattutto per quanto riguarda i redditi medio bassi.Si registrano sconvolgimenti profondi, una inadeguata redistribuzione della ricchezza, diseguaglianze crescenti e poverta’ relative ed assolute che si allargano".
Tutto questo trova riscontro anche nell’evidenza dei dati.
A Foligno il reddito medio annuo è pari a 21.064€, mentre in Italia siamo a 25.381€.
Quindi abbiamo un reddito medio nella città di circa il 20% piu’ basso del gia’ ridotto reddito medio nazionale.Per quanto riguarda il reddito medio annuo da lavoro dipendente siamo a 19.937€ contro i 23.268 € a livello nazionale.
Questo è dovuto anche alla qualità del nostro tessuto produttivo estremamente frantumato.
Infatti il 48.9% dei lavoratori dipendenti e’ occupato in aziende al di sotto dei 9 dipendenti.
Le pensioni medie si collocano a 1.287€ lorde mensili, che corrispondono a 1000 € mensili nette.
Sul versante degli anziani la situazione difficile delle donne anziane, che hanno un aspettativa di vita lunga ( 86 anni), con una condizione economica sempre piu’ precaria e anche povera.
"Basti pensare al fatto che centinaia di donne anziane a Foligno sono costrette a vivere con la sola pensione di reversibilità, non avendo potuto versare contributi previdenziali. A Foligno le pensioni di reversibilità che complessivamente sono 3.200 erogano in media 645€ mensili, cioè cifre da fame per chi non ha altri sostegni".
La povertà crescente colpisce inoltre, non solo le donne anziane, ma anche e soprattutto giovani precari di fronte al fenomeno dei lavori sottopagati e spesso in “nero”.
Non è un caso se i dati del MEF ci dicono che a Foligno i redditi inferiori a 10 mila € annui corrispondono al 26.2% del totale mentre l'1.9% si colloca al di sopra dei 75mila €.
"Dai dati si rileva quindi, l'eclatante declino della città folignate, sia sul versante demografico sia su quello economico.Tutto ciò - conclude il segretario provinciale Spi Cgil - richiede e impone un'alternativa concreta da attuare sul terreno della proposta e su quello della mobilitazione".
Comentários