di Alfiero Moretti
Sono trascorsi ormai sette anni dall’inizio della crisi sismica che nel 2016-2017 ha interessato il Centro Italia coinvolgendo le regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria che ha procurato innumerevoli danni al patrimonio edilizio e storico monumentale. Durante questo periodo, cinque Commissari Straordinari nominati dal Governo si sono succeduti nell'incarico, e si sono avvicendati tutti i Presidenti delle Regioni, che rivestono il ruolo di Vice Commissari.
La ricostruzione è ora in corso ed è giunta a una fase consolidata, come dimostrano i dati forniti dall'Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell'Umbria (alla data del 31 luglio 2023) di seguito riportati.
Ricostruzione Privata:
I cantieri avviati sono stati 2.822 di cui 1.551 già conclusi con il ritorno delle famiglie e delle attività economiche nelle proprie case e nei propri luoghi di lavoro.
A fronte di un totale di 4.536 istanze presentate all’USR Umbria (di cui 372 presentate in forma semplificata ai sensi dell’art. 6 O.C. n. 128/2022 e non ancora completate), ben 2858 risultano concesse, 663 rigettate o archiviate su istanza di parte. Si precisa che 661 istanze di danno lieve sono di competenza dei comuni di Spoleto, Cascia e Norcia in forza delle disposizioni dell’ordinanza commissariale n. 99/2020.
La ricostruzione leggera si avvia verso la conclusione, con una percentuale di evasione pari a circa il 90% del totale delle istanze presentate.
Quanto agli importi richiesti con le istanze di contributo, in Umbria, al 31 luglio 2023, sono pari ad € 1.477.795.551,37 di cui € 798.889.939,96 concessi (il 18% dei quali è stato concesso nel solo 2023) e € 397.890.187,32 liquidati (dei quali il 26% nel solo 2023).
Dalla ricognizione effettuata dal Commissario Straordinario nel 2022 risulta che nella Regione Umbria è prevista la presentazione di circa 8.000 istanze private. I dati attuali mostrano:
istanze presentate: 4.536, corrispondenti al 58% di quelle attese.
istanze concesse: 2.858, rappresentando il 63% di quelle presentate ed il 37% di quelle attese.
istanze rigettate: 663, corrispondenti al 15% di quelle presentate e all'8% di quelle attese.
istanze in istruttoria: 1.015, corrispondenti al 22% di quelle presentate ed al 13% di quelle attese.
I cantieri conclusi sono 1.551, costituendo il 34% delle pratiche presentate ed il 19% di quelle attese.
Questi numeri più di tante considerazioni evidenziano il lavoro fatto in questi anni e l’attività ancora da svolgere negli anni successivi per la ricostruzione del patrimonio edilizio privato.
Ricostruzione Pubblica:
Nell’ambito della ricostruzione pubblica al 31 luglio 2023 i 438 interventi, classificati in macro tipologie di intervento, sono stati finanziati come indicato nella tabella seguente e sono attuati dalle Regioni, attraverso gli Uffici Speciali per la Ricostruzione, ovvero dai Comuni e dagli enti locali interessati, previo specifico atto di delega da parte della Presidente della Regione Umbria in qualità di Vice Commissario:
Alle 438 opere pubbliche finanziate, vanno aggiunti gli interventi sui beni culturali attuati tramite le Diocesi e gli Enti Ecclesiastici Civilmente Riconosciuti che hanno interessato ulteriori 206 interventi per complessivi € 136.494.361,44 di finanziamento assegnato.
L’Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria si sta occupando anche del coordinamento degli interventi del PNRR – Fondo Complementare PNC - Aree sisma Centro Italia 2009-2016 seguendo le linee di finanziamento di seguito approvate per complessivi € 50.478.313,82.
Lo stato di attuazione della ricostruzione pubblica è fortemente influenzato dalle procedure complesse previste dal codice degli appalti, che ha subito nel frattempo diverse modifiche, e dalla scarsa organizzazione dei soggetti attuatori e presenta risultati inferiori alla ricostruzione privata.
Complessivamente per la ricostruzione pubblica sono stati assegnati in Umbria finanziamenti pari ad € 893.111.564,00. Per la ricostruzione pubblica e privata a tutt’oggi sono pertanto presenti circa 1,7 miliardi.
Tenendo conto del numero delle pratiche attese e del danneggiamento delle opere pubbliche e beni culturali si può stimare un fabbisogno complessivo di circa 3,5 miliardi come già evidenziato dalle stime effettuate dal Commissario Straordinario On. Giovanni Legnini.
Sicuramente la ricostruzione privata e pubblica dopo il sisma del 2016 è il più grande cantiere che interesserà l’Umbria ancora per diversi anni.
In merito allo stato di avanzamento della ricostruzione post sisma ad ogni ricorrenza viene fatto un raffronto con altre esperienze. Confronto e valutazione di merito che non è possibile fare in termini tecnici e scientifici perché in ogni esperienza di ricostruzione ci sono una serie di variabili e condizioni non facilmente confrontabili con le altre. Non si tratta di stabilire quale sia la migliore esperienza o la più veloce ma di capire le problematiche e le cause di eventuali rallentamenti in atto.
Per quanto riguarda la ricostruzione del Centro Italia, dopo il sisma del 2016, in questi anni sono state evidenziate una serie di problematiche che hanno comportato rallentamenti nello sviluppo della ricostruzione sia pubblica che privata e che in breve sintesi di seguito si descrivono:
il deterioramento della pubblica amministrazione con notevoli carenze di organico e con l’aumento del carico delle responsabilità. L’introduzione degli Uffici Speciali della Ricostruzione ha trovato difficoltà applicative che hanno portato il legislatore a delegare alcune istruttorie ai comuni che però non sono in grado di assolvere i loro compiti tempestivamente;
il dover assicurare il processo di legalità, trasparenza (principi della ricostruzione) comporta alcuni ulteriori passaggi amministrativi;
la continua modifica ed evoluzione del Codice dei contratti per quanto riguarda gli appalti delle opere pubbliche e dei beni culturali;
la grande crisi del settore edile durata oltre dieci anni (2005-2016) ha fortemente destrutturato il settore sia per quanto riguarda il sistema delle imprese che i professionisti;
l’introduzione a partire dal 2020 del Superbonus, con un incentivo pari al 110%, ha distolto dalla ricostruzione post sisma molti imprese e professionisti che hanno preferito interessarsi a questi cantieri;
l’aumento dei costi delle materie prime, determinato dalla forte domanda a seguito del Superbonus, ha determinato notevoli incertezze sulla ricostruzione fino all’adeguamento del prezzario avvenuta nel 2022;
l’emergenza sanitaria 2020-2022 (COVID) che ha interessato il nostro Paese anche con riflessi sui cantieri edili;
il numero dei professionisti coinvolti nel processo di ricostruzione privata è limitato nonostante l’introduzione di norme di contenimento del numero delle pratiche che però non ha sortito l’effetto sperato;
le imprese, per la mancanza di operatori e l’assenza dei sub-appaltatori provenienti dal Sud Italia, non sono in grado di far fronte al progressivo incremento dei cantieri che potrebbero essere aperti.
Questi sono quindi in sintesi, i fattori principali che hanno condizionato nel recente passato ed anche in questo momento il processo di ricostruzione e che hanno consentito di conseguire i risultati precedentemente descritti anche per l’Umbria.
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