di Andrea Chioini
Non solo l’Umbria ma l’intera Italia rischia di perdere la sfida del Pnrr: questa una delle indicazioni espresse da Emanuele Felice, storico dell’economia e firma del quotidiano Domani, nel suo intervento proposto al seminario di studi del 28 settembre organizzato a Perugia da Nuove Ri-Generazioni Umbria, in collaborazione con Fillea Cgil Umbria.
Tra i vari temi toccati, il punto di svolta delle politiche europee costituito dal Next Generation EU: da ordo-liberismo puro (si spende solo quello che si ha in cassa) a un “keynesismo moderato” con l’emissione di eurobond.
Una stagione particolare di cui l’Italia ha provato ad approfittare con risultati che saranno comprensibili solo nei prossimi anni.
Un’attesa che non può inclinare all’ottimismo in un Paese il cui declino si protrae da quasi tre decenni, che ha letteralmente smantellato la pubblica amministrazione e i suoi apparati tecnici, con classi dirigenti refrattarie o impossibilitate a riformare giustizia e sistema della concorrenza, con il sistema sanitario dato in pasto alla speculazione privata.
Per il professor Emanuele Felice (responsabile economia del Pd dal febbraio 2020 al marzo 2021) l’Italia sta perdendo il vantaggio accumulato negli anni passati quanto a sviluppo delle energie da fonte rinnovabile e nell’economia circolare.
Quanto ai “mali sistemici” possono essere contrastati da una società civile attiva, che solleciti continuamente il ceto politico, società civile in cui la Cgil costituisce un eccezione e un esempio in un Paese che discute di gossip senza guardare alle profonde trasformazioni dell’Europa.
Indispensabile, così, uscire da un circolo vizioso fatto di conflitti d’interesse, scoraggiamento delle forze innovative, squalificazione del dibattito pubblico. Il Pnrr è un’occasione: se la si perde non ci saranno altre opportunità.
Guarda l'intervento del prof. Emanuele Felice: clicca qui
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