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La provincia di Terni resiste: gli anziani sono tenaci, ma in difficoltà.

Aggiornamento: 11 giu 2023



I risultati di una ricerca condotta dallo Spi-Cgil di Terni, curata dal sociologo Ugo Carlone, dal titolo “Reggere nelle difficoltà”, analizza le risorse materiali e sociali dei pensionati del territorio, risorse in base alle quali gli intervistati si rivelano essere: tenaci, soddisfatti, scontenti e disagiati.

L'obiettivo della ricerca è conoscere la condizione degli anziani nella provincia di Terni, attraverso un questionario anonimo somministrato tra ottobre 2021 e gennaio 2022 ad un campione di 720 individui, di età compresa fra i 60 e i 79 anni, estratti a sorte tra gli iscritti dello Spi Cgil.


IL CAMPIONE:

Nel campione sono più presenti gli uomini rispetto alle donne.

Il 35% circa ha un'età inferiore ai 70 anni, il 31% tra i 70 e i 75 e il 34% più di 75.

Più di 2 intervistati su 3 sono sposati o convivono, i celibi o le nubili sono pochi, così come i separati o divorziati.

Hanno figli 8 intervistati su 10. La maggioranza vive in periferia. I titoli di studio prevalenti vedono la licenza elementare o media coprire insieme più del 60% del campione. La maggior parte lavorava prima della pensione, in prevalenza nel privato, e 6 su 10 come operaio.


IL CONTESTO ABITATIVO:

Più del 70% degli intervistati vive in abitazioni di proprietà e solo il 13% in affitto, segno evidente della tendenza, tutta italiana, a "puntare sul mattone", considerato un buon investimento. Rifugio preferito e considerato produttivo su cui canalizzare i propri risparmi, che ha registrato invece una flessione in anni più recenti.

Il 4% del campione ha riscattato una casa popolare, nella quale è attualmente in affitto circa il 6%. Il 4% vive in usufrutto e il 5% in una casa di proprietà di un'altra persona (figlio, parente,etc.).

Più della metà del campione segnala inoltre che l'abitazione in cui vive necessiterebbe di interventi di ristrutturazione o manutenzione. Ma è molto significativo che ben il 55% di coloro che segnalano la necessità di lavori non sarebbe in grado di sostenerne le spese.

Il 36% avrebbe la possibilità di migliorare la casa in cui vive, ma solo parzialmente, mentre solo un intervistato su 10 non avrebbe problemi.


Per quanto riguarda le dimensioni delle abitazioni: circa un terzo misura meno di 80 mq, un altro terzo tra 80 e 100mq e la restante parte si attesta su dimensioni abitative di più di 100mq.

Ben 4 intervistati su 10 segnalano la presenza di barriere architettoniche oppure ostacoli che non permettono di muoversi agevolmente nel contesto abitativo.

Gli ostacoli interessano l'abitazione nel 17% dei casi o l'ambiente esterno, 21%.



SANITÀ E SERVIZI:

La metà del campione non è soddisfatta della sanità pubblica; un'altra metà è solo mediamente soddisfatta. I più insoddisfatti sono coloro che avrebbero più bisogno: chi ha redditi bassi e peggiori condizioni di salute.

Il trasporto per disabili è utilizzato dal 20% del campione; tra questi, più della metà è soddisfatto, ma quasi un terzo non lo è. Riscuotono molta soddisfazione ( 9 anziani su 10) i servizi del patronato e del sindacato.




SITUAZIONE ECONOMICA:

Più di un terzo del campione valuta scarsa o insufficiente la propria situazione economica.

Il disagio economico è più diffuso tra i molto soli e i più preoccupati, seguiti da chi è in cattive condizioni sanitarie, chi ha giudicato il lockdown difficile da affrontare e chi ha un titolo di studio basso. In condizione di maggiore sofferenza le donne rispetto agli uomini, i più anziani, i separati o divorziati e vedovi.

Un anziano su 5 arriva a fine mese con difficoltà e 2 su 5 con lieve difficoltà.

La situazione economica è peggiorata, rispetto a cinque anni fa, per 7 anziani su 10, più spesso per i più soli e i più preoccupati, per chi ha già una situazione economica scarsa o insufficiente e un po' più per le donne e per chi è in cattive condizioni di salute. Per il resto, il peggioramento è trasversale.


DONNE, OPERAI, PERIFERIE:

Le donne risultano penalizzate nella maggior parte degli indicatori utilizzati,a partire dal livello di istruzione. Segnalando quindi una condizione di disparità di genere che si innesta a partire dai tassi di completamento del percorso scolastico per poi divenire costante e irradiarsi su più traiettorie.

Chi ha svolto la professione dell'operaio evidenzia condizioni di vita peggiori rispetto agli impiegati, ai lavoratori autonomi e ai quadri, specialmente dal punto di vista economico.

Sul versante della qualità dell'ambiente urbano: chi vive in periferia è svantaggiato rispetto a chi vive in centro o semi-centro per quanto riguarda l'accesso ai servizi.

Definisce molto o abbastanza insicura la zona in cui vive il 7% e il 36% (contro il 4% e il 34% di chi abita in centro o in semi-centro).

Significativo è il dato relativo all'uso degli psicofarmaci: ne ha fatto uso nell'ultimo anno il 18% di chi abita in periferia rispetto al 24% di chi abita in centro o semi-centro.


DISAGIATI, SCONTENTI, SODDISFATTI E TENACI:

Dalla combinazione dell'indice di risorse materiali (comprendente il giudizio sulla situazione economica e quello sullo stato di salute) e dell'indice di risorse sociali (comprendente il livello di solitudine e le attività svolte), emerge che:

  • i Disagiati, con scarse risorse materiali e scarse risorse sociali sono il 26%;

  • gli Scontenti, con buone risorse materiali e scarse risorse sociali, sono il 24%;

  • i Soddisfatti, con buone risorse materiali e buone risorse sociali, sono il 31%;

  • e i Tenaci, con scarse risorse materiali e buone risorse sociali, sono il 19%.

Rappresentativa è la quota di anziani in buone condizioni materiali, ma con scarse risorse sociali; significativa è la presenza di individui le cui condizioni economiche e di salute non sono buone, ma le risorse sociali risultano soddisfacenti; maggioritaria è la quota di anziani che dai risultati delle diverse variabili risultano in condizioni soddisfacenti.



COSA EMERGE:

Determinanti nella categorizzazione degli anziani intervistati sono il livello di istruzione, il reddito e le condizioni di salute.

Indicatori questi, di benessere sia materiale che psico-fisico e misuratori inevitabilmente del livello di politiche pubbliche condotte nei decenni, della capacità cioè di intercettare i bisogni, di offrire servizi e di garantire un processo di miglioramento delle condizioni di vita.

Una ricerca significativa quella operata dallo Spi-Cgil di Terni in un'ottica di misurazione della performance del benessere economico e del progresso sociale che mette nero su bianco i risultati di policy finora raggiunti e quelli su cui c'è da ancora da investire.



Fonte: SPI-CGIL TERNI


Redazione



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