top of page
Immagine del redattoreNuove Ri-generazioni UMBRIA

Giovani e sostenibilità sociale: il rapporto del Social Sustainability Lab



Il rapporto Giovani e Sostenibilità Sociale 2024, curato dal Social Sustainability Lab di Eikon Strategic Consulting, presenta uno spaccato dettagliato delle opinioni, dei comportamenti e del coinvolgimento delle nuove generazioni italiane, in parte Gen Z in parte Millenial di età quindi compresa tra i 16 e i 34 anni, nei confronti dei temi e degli obiettivi sviluppati dall'Agenda 2030, indicando come stiano vivendo il tempo che li separa da quella scadenza.

In un contesto globale segnato da complessità economiche, tensioni sociali e sfide ambientali, appena riemerso a fatica dal periodo pandemico, il documento illumina tanto i punti di forza quanto le aree critiche che caratterizzano la relazione dei giovani con la sostenibilità, con particolare attenzione su quella sociale, spesso marginalizzata rispetto a quella ambientale.

Partendo dalla consapevolezza che le generazioni più giovani saranno protagoniste nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda della Sostenibilità, l’indagine si propone di comprendere come questi temi vengano percepiti e affrontati, stimolando un coinvolgimento dinamico degli intervistati chiamati ad esprimere opinioni su temi di forte impatto valoriale. Sebbene le politiche ambientali ricevano maggiore attenzione nel discorso pubblico, il rapporto evidenzia l’importanza della dimensione sociale, essenziale per garantire benessere collettivo e coesione comunitaria.

La ricerca, condotta su un campione rappresentativo di 2.000 giovani italiani nel novembre 2024, si focalizza su nove dei diciassette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).

Le risposte sono state analizzate attraverso una scala articolata in quattro livelli – “Indifferenza”, “Distanza”, “Impegno” e “Focalizzazione” – al fine di valutare il grado di interesse e partecipazione ai temi indagati, sia nella sfera personale che professionale.

La conoscenza dell’Agenda 2030 è alta (78%) e deriva prevalentemente dalla scuola/università (49%) e dai social media (38%). Dato nettamente superiore alla popolazione 18 - 65 anni indagata nel Rapporto 2023 (59%).

Tuttavia, la consapevolezza profonda delle tematiche di sostenibilità sociale rimane limitata (24%), soprattutto se confrontata con quella ambientale, che si attesta al 57%. Questo divario si manifesta anche nelle associazioni spontanee di parole: termini come “uguaglianza” e “giustizia” risultano meno immediati rispetto a “clima” ed “energia”.



L’ottimismo verso il futuro appare polarizzato: il 37% si dichiara fiducioso di poter godere di migliori prospettive rispetto alla generazione precedente, mentre il 34% avverte un peggioramento, attribuibile a fattori quali precarietà lavorativa, insicurezza economica e crescenti disuguaglianze sociali.

Sul piano personale, la rete dei rapporti sociali trasmette la preoccupazione dell’atomizzazione e della solitudine. La percentuale delle giovani donne che si immaginano single e in compagnia di un animale domestico, è leggermente più alta di chi si immagina in coppia senza figli.

In ambito lavorativo, il 64% dei giovani manifesta un forte interesse per le tematiche legate alla sostenibilità, con una maggiore attenzione all'aspetto ambientale (69%) rispetto a quello sociale (61%). Tuttavia, l’operato di aziende e istituzioni viene valutato in modo meno positivo: solo il 52% del campione riconosce un impegno concreto da parte delle imprese, mentre un esiguo 38% attribuisce alle istituzioni un ruolo realmente propositivo e attento.

Nonostante l’attenzione crescente verso la sostenibilità, restano alcune criticità.

Una larga maggioranza, il 78%, degli intervistati esprime insoddisfazione nelle capacità delle istituzioni di creare opportunità di lavoro migliori.

Allo stesso tempo, il 67% ritiene che le aziende prestino poca attenzione al benessere psico-fisico dei dipendenti, mentre il 59% denuncia situazioni di discriminazione, soprattutto nei confronti delle donne, con difficoltà particolarmente evidenti durante il periodo della maternità.

Vengono inoltre espresse come priorità fondamentali la sicurezza occupazionale, indicata dal 47%, e una retribuzione dignitosa, segnalata dal 41%. Inoltre, si fa sempre più strada il desiderio di vivere in comunità accoglienti, dove sia possibile crescere sia come individui sia come professionisti, in un clima di maggiore equità e rispetto reciproco.

Soltanto la metà degli intervistati (51%) valuta positivamente l’organizzazione in merito all’attenzione per l’equilibrio tra vita privata e professionale e soltanto il 12% esprime il giudizio migliore (Focalizzazione). Prevale l’orientamento positivo tra gli uomini (57% vs 45% tra le donne) e tra chi risiede al Sud/Isole (58% rispetto al 45% del Nord-Est).

L’Institutional Engagement presenta i valori peggiori: nel 63% delle risposte il coinvolgimento delle istituzioni verso gli obiettivi dell’Agenda 2030 viene valutato negativamente, senza differenze tra ambiente e sociale.

Dai dati emersi appare urgente lo sviluppo di politiche che stimolino un coinvolgimento più attivo dei giovani nella transizione verso modelli di sviluppo sostenibili e che siano in grado di rafforzare la percezione di una necessaria integrazione fra la dimensione ambientale e quella sociale, indispensabile se si vuole rendere davvero le nuove generazioni protagoniste del cambiamento, ma su questo sembra ci sia ancora molto da lavorare.

 

 

SCARICA IL RAPPORTO



Per la Redazione - Chiara Maria Sole Bravi

 

Comments


bottom of page