Fare in fretta verso la svolta sostenibile "economica, ambientale, produttiva, lavorativa, sociale": di questo si è discusso all'interno del forum tenutosi a Terni lo scorso 20 aprile.
FARE IN FRETTA VERSO LA SVOLTA SOSTENIBILE
La CGIL di Terni ha inteso intraprendere un percorso di discussione e approfondimento sulla tematica della sostenibilità, al fine di promuovere un'iniziativa provinciale con l'obiettivo di candidare il territorio ternano a laboratorio di sperimentazione delle politiche attuative in relazione agli obiettivi 2030 e 2050.
Tale progetto nasce nel luglio 2021, a partire dai cosiddetti "Laboratori di idee": dei veri e propri appuntamenti seminariali tesi ad affrontare le fondamentali tematiche della transizione green, della rigenerazione urbana e del welfare.
Non si è parlato solo di prospettive e visioni future, ma anche della necessità di considerare come centrale il lavoro e la qualità dello stesso, ponendo però anche l'accento sulla centralità della persona - e non solo del lavoratore - nel rilancio del territorio.
COORDINAMENTO - PARTECIPAZIONE - VARIABILE TEMPO
Di fondamentale importanza è la creazione di una Task-force composta da tutti gli attori territoriali, che sia in grado di svolgere un lavoro continuativo e permanente finalizzato alla costruzione di proposte e progetti condivisi. Urge stimolare un dialogo armonioso e costruttivo fra i vari soggetti regionali e locali, nell'ottica di massimizzare le opportunità venutesi a creare in seguito alla promulgazione del PNRR.
In ragione di quanto appena esposto, la CGIL ritiene fondamentale ripensare un nuovo modello di relazioni dove sia centrale il ruolo contrattuale delle forze sociali. Un processo, questo, che necessita di impegno da parte di tutti i soggetti protagonisti del territorio, i quali hanno il dovere di sentirsi parte attiva e propositiva per la gestione e realizzazione di tale transizione.
Nel caso del comprensorio Terni-Narni, la CGIL ritiene che tale territorio - preminentemente di cultura e di economia industriale - abbia le potenzialità per trasformarsi in un grande laboratorio di impronta ecologica sul quale sperimentare l'applicazione di politiche concrete atte ad affrontare la nuova sfida della sostenibilità ambientale.
INVESTIMENTI - RICERCA - INNOVAZIONE
Per la CGIL, prioritario è puntare su investimenti orientati al recupero e alla rigenerazione delle aree industriali. Occorre ripartire dal territorio ternano (e dal suo "polo chimico") bonificando e rilanciando tali aree tramite investimenti industriali mirati alla ricostruzione delle filiere produttive, da attuare tramite investimenti nella ricerca di nuovi materiali e prodotti. In tale ottica, il prodotto stesso deve essere reso più sostenibile, impedendo che il suo "fine vita" non si traduca in una conversione in rifiuto, bensì in un recupero sostenibile.
Bisogna andare oltre il pensiero del solo riciclo e riutilizzo. Questo sarà possibile implementando e migliorando i procedimenti di raccolta differenziata, aumentandone la qualità al fine di recuperare maggior materia possibile. Per fare ciò, fondamentale sarà investire in tecnologie ad alti rendimenti di recupero di materia, capaci di lavorare la "materia prima seconda" e di rendere possibile una nuova progettazione dei prodotti finalizzata al riciclo e al riutilizzo degli stessi.
Tale processo non può che non passare tramite un rafforzamento del ruolo dell'Università, chiamata ad integrare le diverse esperienze di ricerca già attive.
TRANSIZIONE ENERGETICA - INFRASTRUTTURE
Occorre definire, inoltre, un piano di transizione energetica in grado di coniugare la riduzione dei consumi alla produzione di un'energia "pulita" vera e propria, a basso impatto ambientale. Il sogno è quello di dare vita a delle vere e proprie comunità energetiche.
Bisogna prestare maggiore attenzione, ad esempio, nel riscaldamento dei locali pubblici e delle abitazioni private, ma anche nel ripensare la mobilità pubblica e privata.
Per tale motivo, servono investimenti decisi sulle infrastrutture (siano esse materiali o immateriali), intese come elemento di appetibilità territoriale utile ad attrarre nuovi investimenti privati e ad incentivare la competitività produttiva. Tali investimenti genererebbero esternalità positive nella qualità del lavoro e della vita quotidiana.
RIGENERAZIONE UMBRIA
Lo stato di salute delle infrastrutture è fondamentale per la buona riuscita dei processi di rigenerazione urbana, orientati ad una riprogettazione complessiva di città, borghi e aree interne. Per fare ciò, occorre individuare aree (degradate, depresse, periferiche) da integrare al resto del territorio tramite lo sviluppo di progetti di ampio respiro.
Per far questo, occorre una programmazione seria dei fondi a disposizione (a partire dal PNRR), individuando risposte precise a medio e lungo termine con progetti mirati di riqualificazione che non si fossilizzino sulla mera rigenerazione e riqualificazione edilizia, ma che siano in grado di dare risposte generali anche sul piano sociale, economico, delle relazioni e dei servizi.
Governare le giuste transizioni significa anche rafforzare la vocazione industriale del territorio ternano-narnese, contestualmente ad altre vocazioni che nel corso degli ultimi anni sono state in contrapposizione con il vigente modello produttivo. In questo caso, i fondi del PNRR potranno essere decisivi per orientare le risorse e rendere più green le produzioni sidero-meccaniche, chimiche ed agroalimentari.
Una prima idea potrebbe essere quella di creare un impianto di recupero dell'idrogeno grigio o blu che viene disperso nell'ambiente per alimentare i mezzi pubblici.
TERRITORIO - WELFARE - CENTRALITA' DELLA PERSONA
Per tutti i motivi elencati, occorre rilanciare una piattaforma territoriale, nonché rimettere al centro del discorso politico i diritti fondamentali di cittadinanza, ma anche il territorio stesso (inteso come luogo in cui esercitare tali diritti).
Urge rimettere al centro le politiche di welfare, intese non come una spesa improficua, ma come un investimento in grado di valorizzare il settore pubblico. Bisogna inoltre puntare sull'universalità dei diritti, evitando il verificarsi di ulteriori smantellamenti del tessuto sociale ed arrestando il dilagare del fenomeno della solitudine.
Servono precisi piani di sviluppo per le persone e per una nuova socialità che vada oltre i luoghi del lavoro, così da evitare che il welfare aziendale si sostituisca a quello pubblico.
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